Atleta azzurro e Campione del mondo di K1, Low Kick e Thai Boxe nei pesi gallo e mosca Wako, pugile professionista, insegnante sport da ring (Kick Boxing, Thai Boxe, K1 Rules).

Oggi esiste anche un gruppo di agonisti, il Team Marceddu, una realtà consolidata sul palcoscenico regionale e nazionale dove si spazia in tutte le discipline dal light contact al contatto pieno, con particolare riguardo alla preparazione atletica e al percorso di ogni singolo atleta, dall’esordiente al professionista.

Prima di raggiungere tutti questi risultati ci sono stati tanti anni di duro lavoro e di grande sacrificio.

“Tutto è cominciato quando ero un ragazzino” racconta Gianpietro, “quando si ha ancora tanta fantasia e si sogna di diventare eroi o supereroi. Prendevo la mia bicicletta andavo in un prato e facevo finta di avere un maestro di arti marziali improvvisando qualche movimento scoordinato. A dodici anni questa voglia di imparare le arti marziali si è concretizzata e sono riuscito a convincere mia madre a portarmi in una vera palestra.

Da quel giorno non ho mai smesso, ho cominciato a fare karate ed ho continuato fino a ventuno anni, nel frattempo ho sperimentato tutto il mondo marziale, dal kung fu al judo poi il ju jitsu…fino ad approdare alla kick boxing, ed a quel punto è scattato in me qualcosa…era tutto più adrenalinico…si combatteva veramente…

La passione non mi ha più abbandonato, ho cominciato ad allenarmi ogni giorno di più e più intensamente, cercando di diventare bravo, anzi il più bravo del gruppo. Poi non bastava più essere il più bravo del corso, dovevo mettermi alla prova sul ring, davanti ad un avversario… E’ così che sono arrivato ad entrare in Nazionale, ancora privo di esperienze, mi sono confrontato a livello internazionale con atleti bravi, forti e determinati, e per questo la mia carriera è stata tutta in salita.
Sono arrivato al punto di cambiare città per trovare allenatori che mi potessero aiutare nella preparazione delle gare, e, così, da Torino mi sono trasferito a Livorno e poi a Firenze…ma da quando vivo a Firenze sono diventato l’allenatore di me stesso, usando le esperienze che ho fatto sul ring come insegnamento per me, e, da qualche anno, anche per gli allievi agonisti del mio Team. Ad oggi ho raggiunto i massimi livelli, ma questo non ha fermato la mia voglia di imparare, di confrontarmi e di insegnare agli altri.

Questa passione sfrenata prima era uno sport, che dovevo conciliare con il mio lavoro in fabbrica, oggi è diventata il mio lavoro e, anche se il mio sogno di bambino di diventare un supereroe non si è realizzato, ne ho potuto coronare uno ancora più grande, vivere della mia passione”.